SAIt Sezione Calabria
 
Divulgare la scienza – Intervento prof.Serio

“Fu a causa del senso di meraviglia che gli uomini iniziarono a filosofeggiare; inizialmente si meravigliarono dinanzi alle difficoltà ovvie, quindi avanzarono un passo alla volta e si confrontarono con le difficoltà poste da argomenti più grandi, ad esempio dai fenomeni della luna e da quelli del Sole e delle Stelle, e dalla formazione dell’Universo. L’Uomo che è dubbioso e meraviglioso si ritiene ignorante?.quindi poiché filosofavano per sfuggire all’ignoranza, evidentemente cercavano la conoscenza fine a se stessa e non per alcun fine utilitaristico”. (Aristotele, Metafisica II.2)

L’Astronomia non solo è la più antica forma organizzata di conoscenza ma, tra tutte le discipline scientifiche, è senza dubbio quella che più profondamente ha influenzato e condizionato il pensiero e la struttura stessa della società moderna. Non a caso essa è anche l’unica a cui i Greci hanno dedicato una Musa: Urania.

La struttura delle Costellazioni ed alcune concordanze tra i nomi adottati da popolazioni molto diverse, mostrano che le prime osservazioni del Cielo finalizzate ad identificare i moti degli astri, ed a strutturare secondo schemi astratti le configurazioni stellari, risalgono al 25.000 a.c.

Reperti archeologici provano che, già nel X millennio a.c., l’Uomo aveva riconosciuto il ciclo lunare ed imparato ad usarlo per definire un primo calendario. Questa fu una straordinaria conquista del pensiero, nonché il presupposto indispensabile della formazione dei primi insediamenti stabili e delle prime forme di stato.

Non sorprende quindi che gli stessi concetti di ordine e di legge naturale, presupposti ineludibili della conoscenza razionale, abbiano profonde radici astronomiche, e che abbiano avuto nel Cielo notturno l’origine della riflessione filosofica sull’Uomo e sul Mondo.

Un Cielo che oggi diviene sempre meno conosciuto e reso inaccessibile sia dai ritmi assillanti della vita contemporanea che lasciano, purtroppo, sempre meno spazio per la contemplazione, sia dall’inquinamento luminoso, prodotto da una insensata illuminazione dei grandi agglomerati urbani.

Malgrado queste difficoltà l’Astronomia resta oggi, come in passato, oggetto di una forte attenzione da parte del pubblico, soprattutto dei giovani.

Il Planetario consente di soddisfare questa richiesta, consente il recupero del rapporto tra i cittadini ed il Cielo, tra i cittadini e la natura, e costituisce uno strumento didattico di grande fascino e grande utilità per le scuole di ogni ordine e grado. Fortemente consapevole del ruolo che le discipline scientifiche hanno nella formazione culturale dei cittadini, la Società Astronomica Italiana ha avanzato alla Provincia di Reggio Calabria la proposta di realizzare il Planetario, con la motivazione di fondo di utilizzare il Cielo come risorsa culturale.

La proposta è stata accolta con grande sensibilità ed intelligenza dalla Provincia di Reggio Calabria. La realizzazione del Planetario consente oggi di colmare lo scarso spazio che l’astronomia ha nell’insegnamento primario e secondario dal punto di vista dei contenuti e soprattutto dal punto di vista metodologico; consente di evitare un insegnamento delle discipline scientifiche basato esclusivamente su gesso e lavagna, che non favorisce il rapporto diretto tra lo studente e gli “oggetti” di una natura descritta, raccontata, ma non osservata, rendendo più difficile la costruzione dei concetti.

Con il Planetario Pitagora, che per dimensioni ed aspetto del Geode esterno è uno dei più belli d’Europa, la Provincia di Reggio Calabria e la Calabria entrano nel numero di quelle regioni europee che possono usufruire di un mezzo spettacolare ed efficace per l’insegnamento e le diffusione delle discipline scientifiche.

La realizzazione di questa struttura non costituisce soltanto un arricchimento culturale: in questo territorio, che affonda le sue radici in quei popoli antichi che hanno costruito il sapere astronomico, il Planetario diventa il testimone di un iter culturale iniziato millenni fa.